Risparmio in diamanti

Introduzione

Tutti i diamanti sono rari, ma alcuni sono più rari di altri e quindi di maggiore valore. Per determinare le caratteristiche ed il valore di un diamante bisogna conoscere le “5 C” : Carat, Color, Clarity, Cut e Certificate. La migliore combinazione di queste cinque caratteristiche determina il maggior pregio del diamante.


Carat Weight (Peso)

Il carato (Carat Weight), si riferisce al peso di un diamante. La caratura si confonde spesso con le dimensioni anche se effettivamente si tratta di una unità di peso, utilizzata in sostituzione della scala in grammi considerando che, per esempio, un diamante da un carato pesa 0,20 grammi.
Un carato può anche essere diviso in 100 “punti”. Un diamante di 0.75 carati può essere indicato anche come un diamante di 75 punti ovvero di ¾ di carato.
Un diamante di un carato non costa esattamente il doppio di un diamante di mezzo carato, poiché i diamanti più grandi sono più rari in natura, fattore che li colloca al vertice della piramide della qualità dei diamanti. Una pietra da un carato costerà molto più del doppio di un diamante da mezzo carato a parità di colore, purezza e taglio.
A sostegno di tale marcata differenza vi è la considerazione che si trova una pietra da un carato ogni milione di gemme lavorate e una da due carati ogni cinque milioni.
Nella determinazione del peso delle pietre preziose si è scelta la scala in carati a partire dal 1907, in seguito alle determinazioni della Conferenza Internazionale Pesi e Misure.


Color (Colore)

Questo parametro (la cui scala fu stabilita dal GIA nel 1953) si riferisce alla rifrazione di un diamante.
La gamma di colore dei diamanti varia da bianco ghiaccio a bianco caldo. I diamanti sono classificati in base ad una scala stabilita dal Gemological Institute of America (GIA) che va da D (incolore) a Z. I colori indicati nella tabella sottostante servono solo a mostrare le differenze nelle sfumature. La lettera D si riferisce alle pietre perfettamente incolori, le più rare e costose. Di seguito abbiamo il colore E (bianco eccezionale), F (bianco extra +), G (bianco extra), H (bianco), I-J (bianco leggermente colorito), K-L (bianco colorito), M-N-O-P-R-S-Z (colorito). E’ ormai caduta in disuso la vecchia terminologia che utilizzava classi come “River”, “Top Wesselton”, “Wesselton” e “Top Cristal”.


Clarity (Purezza)

La purezza indica la quantità di impurità, dette inclusioni, presenti in un diamante. Quasi tutti i diamanti presentano al loro interno delle inclusioni, a volte definite “impronte digitali della natura”. Esse sono caratteristiche naturali di identificazione, come i minerali o le fratture, che compaiono durante la formazione dei diamanti nel sottosuolo. Possono avere la forma di piccoli cristalli, nuvole o piume, comunque normalmente non visibili a occhio nudo.
Per vedere le inclusioni è necessario fare uso di una lente d’ingrandimento che permetta di vedere un diamante ingrandito 10 volte in modo da poter meglio localizzale. La posizione di un’inclusione può contribuire a determinare il valore di un diamante. Esistono pochissimi diamanti in natura del tutto privi di imperfezioni e questi sono quindi estremamente pregiati.
Le inclusioni sono valutate su di una scala di perfezione, nota come purezza, stabilita dal Gemological Institute of America (GIA). Un’inclusione al centro o sulla tavola del diamante potrebbe influenzare la dispersione della luce, diminuendo quindi la luminosità della pietra. Maggiore è la purezza del diamante, maggiore sarà anche la luminosità, il valore e la rarità della pietra.
Una pietra priva di impurità si definisce “FL/IF”. Con una o due impurità piccolissime si parla rispettivamente di “VVS1 e VVS2″, mentre con una o due impurità piccole si parla rispettivamente di ” VS1 e VS2″. Le pietre con impurità più grandi sono classificate da “SI1” in giù e proprio perché si tratta di imperfezioni non visibili vengono utilizzate nella produzione di gioielli.


Cut (Taglio)

Il taglio è l’unica delle 5C ad essere influenzata dalla mano dell’uomo. Sulla base di formule matematiche, un diamante ben tagliato rifletterà la luce internamente da una sfaccettatura all’altra come in uno specchio per poi disperderla e rifletterla attraverso la corona e la tavola.
Il taglio può anche fare riferimento alla forma, per esempio tonda, quadrata, a goccia, a cuore.
Poiché un diamante tondo è simmetrico ed in grado di riflettere praticamente tutta la luce che vi entra, questa è la forma con luminosità maggiore e segue linee guida specifiche riguardo alle proporzioni.

 

Diamond Certificate (Certificato)

Senza voler sminuire la serietà ed il prestigio di numerosi Enti certificatori e di noti brand del lusso, va comunque sempre considerato che, per poter applicare i valori espressi dal listino ufficiale Rapaport, il certificato deve essere emesso esclusivamente dai tre principali Enti certificatori: IGI, GIA, HRD.
In tutto il mondo, infatti, le transazioni in diamanti avvengono solo in presenza di tali attestazioni, a conferma che un’analisi o un certificato elaborato da uno specialista o da un fabbricante di gioielli – per quanto importante – non garantisce l’acquirente circa l’effettiva qualità della gemma.